domenica 6 luglio 2014

Darling Nicky



Bentornati collezionisti, amanti del fumetto o nerd inconsapevoli. Nel caso apparteniate all’ultima categoria  sappiatelo, siete NERD. Ora prendete la via dell’uscita, scendete in strada, toccate le belle ragazze e appropriatevi delle cose degli altri. È d’uopo!
Oggi parliamo di due misteri che forse vi risulteranno totalmente scollegati ma che in realtà sono due facce della stessa medaglia.
 Il primo mistero: grazie ad uno zio che potremmo tranquillamente definire un Maestro del Cinema, un certo Francis Ford Coppola, e una zia di nome Talia Shire ma nota in tutto il mondo col nome di “Adrianaaaaaaa”, un giovane italo-americano di belle speranze e mediocre attore appassionato di fumetti di supereroi dal nome Nicolas Kim Coppola, riesce a farsi strada a Hollywood e a costruirsi una carriera che qualcuno definirebbe invidiabile. 
Reinventatosi un nome mutuandolo in parte da uno dei suoi personaggi dei fumetti preferiti, Luke Cage the Hero 4 Hire, assume il nome di Nicholas Cage. Una serie di fortunosi eventi, e una parentela degna nota, lo mettono sulla stessa strada di alcuni grandi registi come David Lynch, Joel e Ethan Coen e altri e lo porteranno, non senza qualche interpretazione degna di nota, a conquistare l’Oscar per l’interpretazione di un ubriacone suicida in Via da Las Vegas. Per il resto parecchie interpretazioni di dubbia qualità riescono comunque a garantirgli una stabilità economica che gli consente di coltivare la sua vecchia passione per i supereroi e a costruire una incredibile collezione di fumetti che comprende le prime apparizioni di quasi tutti gli eroi più famosi d’America. A questo punto entra in scena il protagonista del secondo mistero: Action Comics #1
Da molti considerato il Santo Graal del fumetto americano, questo albo spillato di poche pagine contiene la prima apparizione di Superman ed è quindi unanimemente riconosciuto come l’inizio del genere supereroistico. Una delle migliori copie in circolazione fa parte proprio della collezione Cage che lo custodisce in un caveau insieme a centinaia di altri fumetti, tutti dal valore indiscutibile.
Una mattina di febbraio del 2000 il dipartimento di polizia di Los Angeles riceve una telefonata dalla villa di Cage; c’è stato un furto e il proprietario di casa sta dando di matto. I detective vengono accolti dalla servitù e introdotti in un salone che agli scafati poliziotti californiani sembra più la sala giochi di un ragazzino, ovunque vi sono giocattoli d’epoca, vecchi flipper, memorabilia varie e perfino i resti di un dinosauro e una splendida Jaguar D-Type del ’54, un bolide d’annata che i detective sospettano sia riuscita ad entrare nel salone solo smontandola, il che ne abbasserebbe il valore, oppure l’intero salone gli è stato costruito intorno. Da una stanza che affaccia sul salotto le urla di Nicholas Cage, al telefono coi suoi avvocati, arrivano prepotenti. Gli investigatori vengono così introdotti alla scena del crimine, in una stanza debolmente illuminata, addobbata come un museo; tutto intorno a loro delle vetrine antiproiettili custodiscono alcuni dei fumetti più famosi di sempre, sia Marvel che DC. Tra le teche ve ne sono tre aperte e svuotate del contenuto, dopo un’attenta analisi gli albi scomparsi risultano essere tre: Action Comics #1, Detective Comics #1 e Detective Comics #27, quello con la prima apparizione di Batman.
Dopo aver interrogato il personale e lo stesso Cage, i poliziotti di L.A. deducono che la collezione Cage, aldilà dell’enorme valore economico, non è tenuta poi con tante attenzioni; sì la stanza è blindata e le teche sono antiproiettili, gli albi sono tutti imbustati o sotto vuoto ma la porta di questa stanza è sempre aperta e lo stesso Cage si diverte, come ogni collezionista vanitoso, a spostare gli albi esposti in continuazione facendoli ruotare nelle teche a seconda dell’umore del momento. Inoltre la casa è sempre frequentata da persone, siamo infatti nel periodo di maggior successo di Cage che da continue feste per centinaia di ospiti, ben prima che il suo nome su un manifesto cinematografico diventasse garanzia di gran cagata come oggi.
Ovviamente la casa è stata frequentata anche da decine e decine di camerieri, cuochi e addetti vari alla gestione di una serie di feste hollywoodiane, insomma può essere stato chiunque ma quello che colpisce soprattutto i detective è lo stato d’animo di Nicholas Cage in merito alla vicenda, un uomo devastato. L’attaccamento di Cage per il fumetto appare agli investigatori quasi morboso, urla, piange e se la prende con tutti. In quel periodo il suo nome è tra i papabili per interpretare l’Uomo d’Acciaio al cinema diretto da Tim Burton, proprio lui che interpreta il suo personaggio preferito, proprio lui che ha addirittura chiamato suo figlio Kal El Cage, anzi Kal El Coppola. Ma il fumetto è perduto, il sistema moderno di gradazione dei comics ancora non esisteva e la lista dei sospetti è infinita e comprende centinaia di persone, stelle di Hollywood comprese. Cage si rassegna all’evidenza e si fa liquidare dall’assicurazione ma con una clausola, che se il fumetto dovesse essere ritrovato se vorrà potrà ricomprarlo alla stessa cifra con cui è stato liquidato, ovvero poco meno di un milione di dollari. La clausola è stata suggerita all’attore proprio dalla polizia di Los Angeles poiché secondo la loro esperienza chi ruba un oggetto di enorme valore come quello prima o poi deciderà di venderlo e verrà fuori, potrebbero volerci anche trent’anni e a quel punto se l’albo fosse in buone condizioni l’attore potrebbe rientrarne in possesso con il prezzo bloccato al momento della liquidazione da parte della compagnia assicurativa.
Alla fine ci vorrà molto meno di trent’anni, solo undici. Tutti i grandi venditori e case d’asta del settore sono state allertate e una mattina di primavera del 2011 una casa d’aste di Los Angeles riceve la richiesta di mettere in vendita una copia di Action Comics #1 gradata 9, praticamente la migliore del mondo, con una base d’asta di un milione. Il venditore è un certo Silvestre Lozano, un tizio che si guadagna da vivere comprando alle aste giudiziarie quei depositi pieni di cianfrusaglie sperando nel colpo di fortuna, una usanza tipicamente americana che ha poi generato alcuni di quei programmi televisivi basati sul niente.
L’ultimo Action Comics #1 venduto era quello di un tizio che lo aveva trovato facendo dei lavori alla sua nuova casa in Minnesota nell’intercapedine di un muro, avvolto in un giornale. Il tizio, un messicano di nome David Gonzales, litigando con la moglie sulla cifra da richiedere in caso di vendita ruppe la quarta di copertina e due pagine interne, compromettendo l’albo e svalutandolo fino a “soli” 200.000 dollari, una valutazione per l’albo integro lo avrebbe valutato 8.5 quindi sopra il milione di dollari.
Appena la casa d’aste ebbe ricevuto l’albo contattò la polizia di L.A. che si presentò al momento della transazione sequestrando l’albo in quanto oggetto rubato e arrestando Lozano che faticherà non poco a provare di essere solo una vittima a sua volta, uno che pensava di aver svoltato per la vita.
L’albo torna così alla compagnia di assicurazione che contatta come da contratto Nicholas Cage, le fortune dell’attore sono in ribasso quasi che il furto del suo Action Comics l’avesse privato del superpotere di sembrare un attore vero. Il premio Oscar è ormai un ricordo lontano ed il suo nome si è legato sempre più a action movie dalla scarsa qualità, il film di Superman di Tim Burton non andrà mai oltre la pre-produzione e le altre apparizioni nei cine-comics di tendenza sono di discutibilissima qualità, tipo Ghost Rider per intenderci. Cage ricompra l’albo per la stessa cifra con cui era stato liquidato ma ha da anni venduto la sua collezione di fumetti, forse disamorato dalla sparizione del suo Santo Graal fumettistico. Pochi mesi dopo il ritrovamento lo metterà all’asta a sua volta, ricavandoci 2.161.000 dollari, la cifra più alta mai pagata per un fumetto.


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