giovedì 26 giugno 2014

BWS



Bentornati amanti degli animali. Come dice sempre Piero Angela in questi casi “Guardate che avete sbagliato rivista, a meno che non si parli di Rob Liefeld!”.
Scusatemi, è stato più forte di me. Ma ora veniamo a noi, cari scaricatori inveterati di fumetti americani, oggi inauguriamo una rubrica che come le altre che si sono succedute su queste pagine avrà la cadenza ACDC, che in questo caso non sta ad indicare il miglior esempio d’Arte proveniente dall’Australia ma semplicemente l’organo riproduttivo dell’arcinoto migliore amico dell’Uomo. La suddetta rubrica, che potrete chiamare “chi l’ha visto?” oppure “che fine ha fatto Carmen San Diego?”, cerca semplicemente di rispondere alla domanda che ogni lettore di fumetti si è posto prima o poi: “Ma che c..zo di fine ha fatto quel Tal disegnatore che mi piaceva tanto?”
Sono tanti i desaparecidos del fumetto, scomparsi e fugacemente ricomparsi e poi spariti di nuovo. Qualche esempio? Ve lo ricordate Aaron Weisenfield? Alcuni anni fa disegnò una fantastica e osannatissima miniserie che univa Deathblow, il mercenario creato da Jim Lee per scopiazzare Sin City, e Wolverine. Due numeri nei quali spiccava il talento di questo disegnatore per il quale tutti prevedevano un radioso futuro, uno storytelling quasi perfetto, un dinamismo quasi orientale ed una cura maniacale per il disegno che riecheggiava omaggi al Miller di Ronin, a Geoff Darrow e qualche strizzata d’occhio a Moebius. E poi? Sparito. Decide che di fumetti ne ha abbastanza e si dedica a quadri e opere scultorie abbandonando definitivamente l’arte sequenziale e tornandovi solo fugacemente come copertinista per la Vertigo ma con uno stile radicalmente cambiato e solo per pochi numeri. Oppure possiamo parlare di Dale Keown, che all’apice del successo, dopo una famosissima run di Hulk e una serie creator owned per Image molla tutto per lanciare un gruppo punk rock con i suoi amici? Oppure il caso più emblematico, David Mazzucchelli che dopo aver prodotto su testi di Frank Miller due delle storie più belle e memorabili degli anni ottanta, “Devil: Born Again” e “Batman Anno Uno”, e di fronte a proposte di ogni genere da parte delle major, decide che ne ha abbastanza di supereroi e molla tutto dedicandosi a saltuari fumetti intimisti su riviste underground, storie di giganti buoni e incompresi, di America rurale e architetti insoddisfatti che gli sono valsi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.
Uno di questi autori scomparsi è Barry Windsor Smith, illustratore inglese il cui talento sbocciò in alcune memorabili storie di Conan all’inizio degli anni ’70 e che negli anni ha prestato il suo tratto ad alcune meravigliose storie come VitaMorte 1 e 2 su X-Men, oppure Weapon X, primo approfondimento sulle origini segrete di Wolverine, quando questo aspetto era parte integrante del fascino del personaggio.
Smith ha legato il suo nome anche ai primi tentativi di creare universi supereroistici alternativi al duopolio Marvel/DC partecipando prima all’avventura della Valiant di Jim Shooter con Solar: Man of the Atom e il divertentissimo Archer & Armstrong e poi con la Malibu con Rune. Successivamente lancia il suo antologico personale BWS Storyteller alla Dark Horse che chiude però dopo 9 numeri e lasciando le serie in sospeso fino ad alcune successive ristampe Fantagraphics che proporranno le storie complete.
Dopo di ciò solo qualche sporadica apparizione, una storiellina breve qui, una copertina là fino al 2002 poi più nulla; nel 2006 annuncia sul suo sito di stare lavorando ad una graphic novel dedicata alla Cosa dei Fantastici 4 che nessuno ha più sentito nominare. E allora, che fine ha fatto?
Quello che molti non sanno è che Smith è un noto riciclatore di storie, non che copia le idee degli altri badate bene, ma solo che se un suo progetto per un qualche motivo non è stato accettato allora lui lo ha riadattato e usato per i propri scopi. Vi faccio qualche esempio, dopo il successo di VitaMorte 1 e 2, Smith propone alla Marvel il terzo capitolo ma l’editore gentilmente rifiuta, si viaggiava già verso le inutili scazzottate di oggi e l’intimismo di quelle storie non era più gradito. Smith non si perde d’animo e riadatta la storia in quello che sarebbe diventato Adastra in Africa. Succede anche con Freebooters, una delle serie di Storyteller che richiamava decisamente le atmosfere di Archer & Armstrong, anche se in alcune interviste Smith ha dichiarato che l’idea di Freebooters era precedente e trovandosi a lavorare sulla serie Valiant usò alcune di quelle idee su quelle pagine.
Secondo le ultime notizie apparse sul sito di Barry Windsor Smith pare che il disegnatore stia lavorando ad una graphic novel intitolata “Monsters!” che, partita come progetto secondario alla Cosa avrebbe preso il sopravvento toccando ormai le 300 pagine e potrebbe vedere la pubblicazione quest’anno o forse il prossimo. Tutto partirebbe da un’idea che Smith ebbe per rilanciare Hulk e che sottopose alla Marvel all’inizio degli anni ’80 ma l’editore la giudicò troppo audace per il personaggio che in quel momento era sui teleschermi di mezza America. Di cosa si trattava? Smith propose alla Marvel di inserire l’elemento che Bruce Banner fosse stato un bambino maltrattato dai genitori e in special modo dal padre, un reduce di guerra ossessionato e geloso e forse vittima a sua volta di esperimenti genetici durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutta la storia si sarebbe svolta durante l’infanzia di Banner che per l’intera durata della serie sarebbe comunque stato raffigurato come Hulk.
Non male eh? Ma come vi dicevo, bocciata. Anni dopo Peter David avrà alcune delle stesse idee e a quel punto i tempi sarebbero stati maturi per reinventare le origini del personaggio.
Smith ha ripreso invece il suo concept, lo ha ripulito degli aspetti Marvel e ha reso tutta la storia più adulta, e da quella bozza pare stia nascendo uno dei suoi lavori più belli e sentiti, alcune anteprime apparse online sembrano meravigliose e mostrano la maniacalità con cui Smith si è dedicato al progetto negli ultimi 10 anni. Insomma Barry Windsor Smith sta per tornare, a chi toccherà la prossima volta?
Un altro caso risolto per l’agenzia Pinkerton.

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